Tunic, la volpacchiotta recensione

Tunic è un’avventura con grafica isometrica a visione dall’alto sviluppata da Finji, un piccolo studio indipendente con sede negli USA. Il titolo mescola due generi davvero diversi tra loro con un risultato finale davvero eccezionale.

Tunic, nei panni di una volpe

Appena lancerete il gioco, vi troverete ad indossare i panni di una volpe vestita di una tunica verde, approdata su una spiaggia deserta ed armata solo di un bastone.

Nulla vi è dato sapere su chi siate e sulla vostra missione ma già dai vostri primi passi in questa avventura vi accorgerete come Tunic trasudi Zelda da tutti i pori, in special modo richiamando titoli della saga di vecchia generazione come The Legend of Zelda: A Link to the Past o The Legend of Zelda: Link’s Awakening.

Sia per la grafica isometrica che per gli indumenti del protagonista le somiglianze vi sembreranno sempre più certe ma è quando troverete la spada che la trasformazione sarà completa: potrete finalmente tagliare cespugli e rompere giare come solo Link ci ha insegnato a fare.

Gli appassionati della famosa saga Nintendo noteranno anche come il simbolo che ricorre spesso in Tunic strizzi l’occhio al più celebre simbolo della Triforza, con tre elementi legati tra loro.

In tutto questo solo le pagine del libretto di istruzioni verranno in vostro aiuto nel dipanare la missione che dovrete svolgere. Le pagine sono sparse per il mondo e, una volta raccolte, andranno a formare un libretto di istruzioni come una volta se ne trovavano nelle custodie dei videogiochi.

Il gameplay

Non fatevi ingannare dalle immagini fiabesche e dalla rilassante colonna sonora di Tunic, dietro questo art design minimale e queste soavi melodie pulsa il cuore di un brutale soulslike.

Già dalle prime battute vi accorgerete di come siano impegnativi i combattimenti – soprattutto contro gruppi di mob – data l’esigua barra della vita che verrà consumata con pochi colpi dai vostri nemici.

Dovrete quindi studiare le mosse del mostro di turno e padroneggiare schivate e rotolate esattamente come in un Dark Souls, almeno fino a che non riuscirete a mettere le vostre mani sullo scudo con il quale potrete parare i colpi dei vostri nemici consumando la barra della stamina.

Ma non solo queste meccaniche sono mutuate dai titoli di Miyazaki: ad ogni vostra morte perderete 20 monete – fortunatamente non tutte – e ripartirete dall’ultima statua della divinità dalle sembianze di volpe dove avete pregato. Potrete recuperare le monete perdute interagendo con un fantasma dalle vostre sembianze comparso sul luogo della vostra uccisione.

Non solo combattimenti ma anche forzieri da trovare, oggetti da equipaggiare ed enigmi da risolvere in puro stile Zelda. A tutto questo aggiungete delle boss fight a metà strada tra le due saghe e potrete immaginare cosa sia il gameplay di Tunic!

Conclusioni

Tunic spiazza il giocatore con un gameplay a metà strada tra un vecchio Zelda ed un soulslike, un connubio che nessuno si aspetterebbe mai di affrontare ma che si amalgama benissimo nel prodotto che lo studio Finji offre in pasto ai nostri pad.

Unica nota negativa del titolo la poca durata, porterete a casa il finale di Tunic con 12 ore di gioco senza nemmeno accorgervene.

Un bellissimo tributo ad una delle più celebri saghe di casa Nintendo con però una sua personalità tutta da scoprire, un titolo assolutamente da non lasciarsi sfuggire!

Tunic

8.5

Tunic

8.5/10

PRO

  • Grafica minimale ma ispirata
  • Colonna sonora rilassante
  • Un originale connubio di gameplay

CONTRO

  • 12 ore di durata, troppe poche per questo piccolo capolavoro
Tunic