Survival horror in salsa World War: Ecco Trenches!

Dura la vita in trincea

Se si immagina la prima guerra mondiale, il primo pensiero che sicuramente ognuno di noi avrebbe, ruota intorno a quanto debba essere stata logorante, claustrofobica e snervante una lunga guerra fatta di interminabili battaglie rinchiusi in trincea. Lunghissimi corridoi scavati nella nuda terra, un dedalo malsano fatto di fango, intemperie e infinite attese.

Quante storie si saranno consumate e perse in quei labirinti scavati nella battaglia? Quante vite sono rimaste lì sospese spezzate dagli orrori della guerra.

Siamo soli, intrappolati e in mezzo ad una guerra c’è di peggio? Sì, siamo anche inseguiti da un mostro.

Ecco, se questo pensiero vi sembra angosciante e difficilmente riuscite a pensare a qualcosa di peggio, provate ad immaginare di essere un soldato della prima guerra mondiale, provate a pensare di svegliarvi di notte, con poca luce, intontiti dal boato delle esplosioni e circondati dai cadaveri dei compagni, che il vostro solo pensiero sia tornare dalla vostra famiglia e che l’unica possibilità di salvezza sia trovare l’uscita delle trincee labirintiche che vi circondano. Immaginate poi, come se non bastasse, che una creatura mostruosa vi dia la caccia e che dovrete essere più abili, scaltri e veloci di lei per sperare di portare a casa la pelle.

Quello che abbiamo appena descritto è praticamente l’incipit dell’angosciante survival horror Trenches, fatica di Steelkrill Studio distribuito su tutte le piattaforme console e su Steam da Ratalaika Games e che ha fatto il suo debutto in questa fine gennaio 2023. The Games Brew l’ha provato per voi su Switch ed ecco la nostra recensione!

In Trenches il primo nemico sarà la nostra sanità mentale

E’ il 1917, siamo un soldato in trincea durante la prima guerra mondiale e ci svegliamo nel mezzo della notte tra i boati delle esplosioni. Non abbiamo un’arma, non abbiamo oggetti, abbiamo solo una fotografia della nostra famiglia e un fischietto da trincea che sembra in grado di guidarci attraverso le innumerevoli svolte del labirinto che ci circonda.

Non eravamo già passati di qui? Dove prima c’era un muro all’improvviso c’è una porta

La nostra unica possibilità di salvezza sarà raccogliere i numerosi indizi sparsi nei corridoi che passo dopo passo ci guideranno verso l’uscita ma qualcosa si muove con noi attraverso questo dedalo, una creatura mostruosa ci insegue e una storia orribile va prendendo forma, indizio dopo indizio, oggetto dopo oggetto.

Come se non bastasse, quella per fuggire dal mostro, non è l’unica battaglia che saremo costretti a sostenere. Prima ancora, infatti, dovremo combattere contro la nostra sanità mentale che andando avanti sembrerà vacillare sempre più, alterando suoni, mostrando visioni e cambiando l’ambiente circostante.

Possono sentirti!

L’ambiente che cambia al mutare della nostra sanità mentale, i suoni che fanno rabbrividire, la consapevolezza di una creatura mostruosa che ci insegue potrebbero essere già una serie di motivi sufficienti per passare qualche ora ad occhi sbarrati e con la tachicardia ma Trenches ha deciso di caricare ancora un po’ la tensione con una simpatica feature che passa attraverso i nostri rumori (compresi quelli reali catturati dal microfono) e il fischietto da trincea, la nostra salvezza e al contempo la nostra condanna.

La nostra mente ci gioca brutti scherzi: c’è qualcuno o è solo un’altra visione? O magari un trucco del nostro inseguitore!

Difatti il nostro nemico può udire i nostri passi sul legno, gli oggetti che urteremo inavvertitamente, persino il nostro respiro catturato dal microfono. In oltre il nostro fischietto da trincea, ogni volta che verrà usato, tramite un sistema di feedback sonoro sarà in grado di guidarci verso il prossimo indizio o oggetto da trovare, ma al contempo attirerà il nemico sulla nostra posizione per cui dovremo pianificare attentamente ogni mossa che potrebbe, in effetti, essere l’ultima.

Il nostro inseguitore imparerà ben presto ad imitare i suoni familiari per attirarci in trappola e dovremo prestare attenzione a dove sono posizionati i vari nascondigli lungo il percorso, perché correndo finiremo la stamina ed allora non riusciremo più a sfuggirgli.

Survival non per modo di dire

In Trenches giocheremo per salvarci la pelle in un ambiente curato nei dettagli e che è stato architettato per trasmetterci costantemente un senso di ansia, terrore e claustrofobia.

Si nota da parte dello sviluppatore uno studio approfondito di documenti, foto e testimonianze reali dell’epoca. Tutti questi dettagli si esprimono in ogni angolo dell’ambientazione che ricerca intenzionalmente il realismo e la tensione.

Il dettaglio delle ambientazioni contribuirà a rendere il nostro viaggio ancora più inquietante

Il realismo di Trenches passa anche attraverso alcune feature come la stanchezza quando saremo costretti a correre, la capacità del nemico di inseguirci attraverso i nostri suoni, il progressivo deterioramento delle nostre facoltà mentali e infine ma non ultimo la morte reale del nostro personaggio.

Infatti una volta morti in Trenches non esistono salvataggi, non esistono punti di ripristino o resurrezioni. Il nostro povero soldato sarà morto e resterà tale costringendoci ad iniziare una nuova partita, con indizi, passaggi e percorsi diversi, così che nessun nuovo game sia uguale al precedente. Una caratteristica fortemente punitiva ma anche un’aggiunta che riesce a donare al titolo una buona longevità e rigiocabilità.

Se non siete deboli di cuore…

Trenches è un titolo che offre qualche ora di sano terrore, che costringerà il giocatore ad immergersi in un ambiente molto curato e a testare le sue capacità decisionali, velocità di pensiero e anche un po’ di fortuna nel trovare i passaggi, gli indizi e il tempismo giusto.

Il fatto di avere un’ambientazione monotematica ha permesso allo sviluppatore di concentrarsi su una serie di piccoli dettagli che rendono ciò che ci circonda ricco, inquietante e mutevole.

Basterà la nostra piccola famiglia a conservarci vivi ma soprattutto sani mentalmente?

Le uniche due pecche che siamo riusciti a riscontrare, forse complice il fatto di averlo provato su switch, sono l’aver trovato i comandi un po’ legnosi, che per un gioco dove c’è da scappare, usare oggetti e muoversi velocemente potrebbe essere un problema non da poco, e l’utilizzo del font con cui sono evidenziate le interazioni che non sempre risulta facilmente leggibile, tra lampi, luci/ombre, pioggia e fretta.

Per il resto per chi ricerca un gioco survival allo stato puro con velleità da punta e clicca troverà in Trenches pane per i suoi denti.

Buona fuga!

Trenches

7.5

Trenches

7.5/10

PRO

  • Immersivo e claustrofobico
  • Feature interessanti e innovative
  • Buona rigiocabilità
  • Cura maniacale dell'ambientazione

CONTRO

  • Controlli un po' macchinosi
  • Font utilizzato non sempre ben visibile
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