Knights of Honor II: Sovereign – Recensione

Grazie alla chiave fornitaci da THQ Nordic abbiamo potuto provare, in anteprima, Knights of Honor II: Sovereign, il nuovo titolo grand strategy di Black Sea Games in arrivo il 6 Dicembre. Indossate l’armatura, sellate il cavallo, sguainate la spada e lanciatevi insieme a noi alla scoperta di uno dei migliori strategici su larga scala con elementi RTS del 2022.

Knights of Honor II: Sovereign – Un Titolo “Ponte”

Quando si parla di grand strategy games, normalmente si pensa a titoli come Crusader Kings o Hearts of Iron, ovvero giochi estremamente complessi in cui è possibile controllare ogni aspetto del nostro regno. Quello che però “manca” è il controllo diretto delle proprie armate, con gli scontri ridotti a semplici animazioni tra “pedine” rappresentanti unità, eserciti e così via.

Dall’altro lato, invece, quando si parla di strategici in tempo reale grandiosi capaci di metterci al comando diretto di migliaia e migliaia di uomini, è la saga di Total War a dominare incontrastata. Tuttavia, sebbene sia possibile dedicarsi anche ad intrighi di corte, commerci e simili, la parte della gestione dell’impero non arriva, per ovvie ragioni, ai livelli dei titoli sopra citati.

Ed è proprio tra questi due estremi che si va a collocare Knights of Honor II: Sovereign, fungendo da “ponte” tra i due generi. Knights of Honor II: Sovereign fornisce un elevato livello di controllo del nostro regno, senza arrivare però ai livelli di dettaglio di un Crusader King, dandoci allo stesso tempo la possibilità di lanciarci in campagne militari su vasta scala prendendo il controllo diretto delle nostre armate. Knights of Honor II: Sovereign è praticamente la mescola perfetta tra i due generi, ed un ottimo punto di partenza per tutti coloro che sono alle prime armi con entrambe le tipologie di titoli.

Ritorno al medioevo

Ambientato durante il periodo medioevale, Knights of Honor II: Sovereign ci dà la possibilità di affrontare tre periodi ben precisi di questa lunga epoca: 1110, 1224 e 1360. Al cambiare di data, cambierà il quadro geopolitico: l’Impero franco del 1110, per esempio, non avrà nulla a che vedere con quello del 1360. Allo stesso modo, regni presenti nel 1110 potranno non esserlo nel 1360, perché ormai decaduti. Sia quale che sia il periodo in cui decideremo di avventurarci, avremo la possibilità di scegliere tra decine e decine di regni, imperi, provincie e ducati con cui iniziare la nostra avventura.

Sarà ovviamente possibile modificare i vari aspetti della campagna che andremo ad affrontare, cambiandone così il livello di difficoltà. In questo senso è però bene ricordare che alcuni aspetti della difficoltà di gioco sono intrinseci al regno che sceglieremo: anche settando tutto su semplice, iniziare la nostra avventura con un regno dotato solo di una o due provincie sarà comunque un’impresa molto ardua, dato che avremo accesso ad un numero limitato di risorse e manodopera. Se siete quindi neofiti del genere vi consigliamo di scegliere, almeno all’inizio, un regno che abbia come minimo 3 provincie.

Tra famiglia e corte

Per controllare il nostro regno, Knights of Honor II: Sovereign ci fornisce due strumenti principali: la nostra corte e la nostra famiglia. La corte è composta da una serie di cavalieri appartenenti a differenti classi: marescialli, commercianti, diplomatici, religiosi e spie. Questi cavalieri avranno un triplice ruolo: comandare le provincie, intraprendere missioni per la corte e permettere lo sviluppo scientifico del nostro regno.

Quando si troveranno al comando di una provincia i cavalieri applicheranno ai territori controllati una serie di bonus a seconda delle loro caratteristiche, aumentando per esempio gli introiti. Di tanto in tanto verremo poi avvisati di missioni che potremo o meno intraprendere, come diffondere la nostra religione, creare una rotta commerciale, visitare il Papa, ecc.

Tradizione scientifica

Ma il terzo aspetto, lo sviluppo scientifico, è forse l’elemento più interessante connesso ai nostri cavalieri. In Knights of Honor II: Sovereign non esiste infatti un albero delle ricerche da utilizzare per far avanzare il nostro regno. L’avanzamento scientifico è invece connesso alle conoscenze della nostra corte. Facendo salire di livello i cavalieri potremo fargli apprendere nuove abilità (tre di classe e due prese “in prestito” dalle altre classi) che, una volta portate al massimo sbloccheranno una serie di tradizioni imperiali. Queste tradizioni, quando attivate, caratterizzeranno il nostro impero con tutta una serie di bonus.

Potremo usare così le conoscenze di un nostro mercante per sbloccare una tradizione capace di aumentare notevolmente gli introiti derivanti da tutti i commerci del regno, e non solo da quelli direttamente sotto il suo controllo. E, dal momento che le abilità a cui avranno accesso i cavalieri sono casuali, anche le tradizioni che potremo sbloccare cambieranno di run in run.

Questa scelta è estremamente interessante perché rappresenta esattamente la realtà storica, in cui una corte era tanto avanzata quanto i membri che ne facevano parte. Non è un caso se, sin dall’alba dei tempi, i sovrani abbiano cercato sempre di assicurarsi i servigi delle migliori menti del loro tempo, arrivando persino a muovere guerra per “rubare” gli artigiani/specialisti dei regni vicini.

Allo stesso modo dei cavalieri, anche il sovrano potrà salire di livello apprendendo nuove abilità e, a seconda della classe in cui sarà specializzato, potremo usarlo come se fosse uno dei nostri sottoposti, mettendolo al comando degli eserciti, usandolo come ambasciatore, ecc.

Come ti cresco il pargolo

La famiglia reale è l’altro elemento essenziale del comando imperiale. Ogni pargolo sarà più o meno versato in una delle professioni viste sopra (commercio, spionaggio, ecc.) e starà a noi decidere che educazione fargli ricevere, ovvero che aspetti potenziare. Questo è importante non solo per i futuri reggenti ma anche per quei figli che, non avendo accesso al trono, potranno essere usati come cavalieri.

Per i futuri reggenti sarà importante anche il matrimonio. Non solo infatti potremo usarlo come scusa per stringere legami con altre potenze, ma le donzelle consorti avranno le loro proprie caratteristiche che andranno a potenziare quelle del marito. Ma i matrimoni non sono importanti solo per stringere accordi con altri regni.

In alcuni casi infatti, in caso di morte del consorte, potremo persino finire con l’ereditare una determina provincia, ampliando così i nostri possedimenti senza colpo ferire. Tenete bene a mente che, come per moltissimi altri aspetti in Knights of Honor II: Sovereign, anche le caratteristiche dei nostri familiari saranno totalmente casuali, il che vorrà dire che potremo aver fortuna ed avere figli con un potenziale eccezionale o avere figli… “scarsini”.

Famiglia reale e cavalieri sono dunque le redini con cui condurre il nostro impero. Il regno che governeremo avrà caratteristiche fisse e caratteristiche casuali. Le caratteristiche casuali sono per esempio il tipo di infrastrutture presenti nelle provincie (castelli, chiese, ecc.) o le risorse speciali (ambra, ferro, ecc.): queste cambiano ad ogni run, fornendoci ogni volta una nuova sfida e impedendoci di “imbrogliare” scegliendo sempre il regno con le risorse migliori.

Una questione di “classe”

Le caratteristiche fisse sono invece due: le classi sociali e le risorse base. Il regno è ovviamente diviso in classi (nobili, clero, mercanti, soldati e plebe), ognuna con i propri interessi e le proprie esigenze. La loro felicità è alla base della stabilità del regno e starà a noi trovare il modo di far felici tutti.

Una popolazione felice non solo non darà vita a tumulti, ma attiverà tutta una serie di bonus che andranno ad influenzare notevolmente l’andamento del nostro impero. Al contrario, avere un ceto infelice attiverà una serie di malus che dovremo evitare come la peste! Varie azioni potranno essere usate per influenzare le differenti classi: missioni, costruzioni, vittorie militari, ecc. Starà a noi capire cosa fa felice chi.

Le basi di un impero

Le risorse base su cui poggia ogni impero sono invece oro, libri (scienza), religione, potenziale commerciale, cibo e leve. Di base, ogni regione produce un tot di queste risorse, a seconda degli edifici che li si trovano, e starà a noi potenziarle per aumentare la produzione.

Ogni centro avrà 8 slot costruzione da usare per creare nuove infrastrutture, ed ogni edificio avrà il proprio albero di miglioramenti per aumentare la sua produzione o persino produrre nuove risorse. Tuttavia, avendo solo 8 slots a disposizione, dovremo scegliere come specializzare ogni provincia, dato che sarà impossibile costruire tutto dovunque.

Dovremo capire quale sia la provincia migliore da specializzare nel commercio, quella da usare come centro principale per il reclutamento, e così via. Quale che sia la nostra decisione, i potenziamenti degli edifici non saranno legati solo alle monete ma, talvolta, anche a specifiche risorse. Per esempio, per potenziare al massimo un porto avremo bisogno del sale.

Alla ricerca della risorsa perduta

Nel caso non avessimo accesso diretto ad una risorsa chiave, dovremo affidarci al commercio per importarla. Tuttavia ciò sarà possibile solo se l’IA che controlla l’impero in possesso della risorsa X, avrà deciso di costruire gli edifici per la sua produzione. In caso contrario, anche se si dovesse trattare di una risorse “comune” come il sale, potremmo trovarci nella condizione di non avere accesso a tale bene per anni e anni. Un’alternativa è lanciarci alla conquista e ottenere così accesso diretto alla risorsa.

Sebbene questa sia un’opzione storicamente accurata, rappresenta un problema quando si gioca con i regni più piccoli. In questo caso infatti, non avere accesso ad una materia chiave potrebbe impedirci di sviluppare decentemente il nostro impero, andando ad “azzoppare” la nostra evoluzione e/o impedendoci di creare un esercito abbastanza potente con cui conquistare la tanto agognata risorsa. A nostro avviso non sarebbe male rivedere come l’IA gestisce la produzione di queste risorse, per evitare di rimanere “bloccati” quando si decide di giocare con un regno minore.

Consumo strategico

Tutte le risorse base di Knights of Honor II: Sovereign hanno vari usi: i libri permettono di sbloccare nuove abilità per i cavalieri e nuove tradizioni imperiali, il potenziale commerciale ci permetterà di avviare nuove rotte commerciali, le leve saranno alla base della creazione dei nostri eserciti, e così via. Dovremo studiare con cura ogni aspetto di queste risorse per capire dove e quando investirle. Per creare un esercito, per esempio, dovremo avere la giusta quantità di leve e cibo ma dovremo capire quando sia il momento giusto per avviare le operazioni.

Reclutando sin dai primi minuti un’armata vorrà dire infatti andare a pesare immediatamente sul consumo del cibo, ma avere più tempo perché il “contatore” delle leve si ricarichi. Reclutare un esercito in una fase avanzata, se da un lato ci permetterà di non stressare troppo la produzione di cibo, dall’altro vorrebbe poter dire trovarsi nella situazione di non avere leve a sufficienza in tempi brevi, cosa non esattamente fantastica se si è sotto assedio.

Lo stesso dicasi per il potenziale commerciale: nel caso avessimo usato tutti i punti per stabilire rotte commerciali, potremmo non essere in grado di intraprendere altre azioni come ampliare una rotta preesistente o lanciarci in una delle varie missioni casuali che ci verranno proposte.

“La guerra potrebbe essere la nostra unica speranza” (Cap. Benjamin Sisko)

Sebbene diplomazia, commercio e spionaggio siano ottimi mezzi per gestire i rapporti con gli altri regni, non sempre saranno sufficienti per mantenere la pace e la guerra potrebbe essere inevitabile. Che si tratti di insurrezioni, predoni o imperi poco simpatici, prima o poi arriverà il momento di “menare le mani” e sarà bene essere pronti.

In Knights of Honor II: Sovereign sono presenti decine di unità da reclutare, alcune base e comuni a tutti i regni, ed altre speciali appartenenti a specifiche fazioni, incluse macchine d’assedio. In questo senso, sebbene le unità siano molte, ci sarebbe piaciuto che ogni regno avesse avuto almeno un’unità dedicata ma, ahimè, solo alcuni avranno tale possibilità.

Di base, ogni esercito può essere composto da 8 unità (salvo speciali bonus) e sarà caratterizzato da numero di unità/forza, vettovaglie, morale e velocità. Ci sono inoltre 4 slot “di servizio” che permetteranno, per esempio, di portare con noi macchine d’assedio, più unità, più vettovaglie, ecc. Ma ogni esercito è forte come il comandante che lo controlla. Le abilità del comandante andranno infatti a modificare le caratteristiche della sua armata, per esempio aumentandone il morale, la velocità, l’efficacia di un certo tipo di unità, diminuendo il consumo di cibo, e così via.

Battaglie per tutti i gusti

Messa in campo la nostra armata potremo lanciarci nella mischia, mettendo a ferro e fuoco le terre nemiche, assediando città, rompendo assedi e lanciandoci in battaglie campali che decideranno le sorti dell’impero. Come in Total War anche in Knights of Honor II: Sovereign sarà possibile risolvere gli scontri automaticamente o prendere il comando diretto delle armate. Nel secondo caso, sebbene non si raggiungano i livelli di dettaglio di TW, verremo lanciati nella mappa di turno che cambierà a seconda della location in cui ci troveremo.

Deserti, boschi, città, Knights of Honor II: Sovereign fornisce una notevole varietà in termini di scenari. Potremo scegliere le formazioni dei nostri soldati, il loro atteggiamento, potremo difendere le mura posizionando arcieri dietro i merli o usare potenti trabucchi per fa crollare anche le difese più resistenti. Di combattimento in combattimento le nostre forze diventeranno veterane, aumentando la propria efficacia.

Per assicurarci la vittoria avremo varie opzioni: mettere in rotta il nemico, uccidere il generale avversario, o conquistare una serie di punti chiave della mappa. Molto interessante il fatto di poter catturare reggenti o personalità nemiche da utilizzare come merce di scambio, giustiziare o corrompere.

Assedi ed identità culturale

Parlando degli scontri una cosa estremante importante è ricordare che gli assedi richiederanno tempo. Sarà quindi essenziale avere truppe sufficienti per respingere eventuali rinforzi nemici, e vettovaglie a sufficienza per mantenere le armate. Una volta ottenuto il controllo di una nuova provincia dovremo pacificarla, scegliendo le maniere forti, soffocando il malcontento nel sangue, o cercando di accattivarci la popolazione usando l’opera dei nostri chierici.

E parlando di malcontento è bene segnalare che in Knights of Honor II: Sovereign è presente anche la dinamica dell’identità culturale come avviene in Civilization VI. Se la cultura e l’influenza di un impero vicino diventa più forte della nostra, inizieranno a “convertire” i cittadini delle province limitrofe, fino a cambiare i loro sentimenti verso di noi. Questo potrebbe persino portare a rivolte mirate a venire “assimilati” dal possessore della nuova cultura o della cultura d’origine.

Imperatori globali

Come per tutti gli altri aspetti, in Knights of Honor II: Sovereign, anche la vittoria finale può essere ottenuta in modi diversi. La via più “semplice” è quella della conquista militare, sottomettendo tutto il mondo conosciuto.

C’è poi la via della “fama”: diventando i numeri uno nelle varie classifiche presenti nel gioco (ricchezza, commercio, cultura, ecc.) entreremo nella “top 10” dei regni più importanti e, raggiunti i 5000 punti, potremo richiedere che gli altri reggenti riconoscano la nostra supremazia. Infine, sarà possibile ottenere una vittoria commerciale: ottenendo accesso a quante più risorse possibili e sbloccando una serie di “vantaggi”, potremo reclamare questo tipo di vittoria.

Per concludere sappiate che durante la vostra avventura dovrete avere a che fare con migliaia di eventi differenti tra rivolte, crociate, guerre, intrighi, assedi, sortite, e chi più ne ha più ne metta, che renderanno ogni run un’esperienza totalmente differente dalla precedente.

Qualche “scricchiolio” da controllare

Knights of Honor II: Sovereign è un titolo molto complesso e ricco di sfaccettature, molto più di quanto si possa descrivere in una semplice recensione. Non mancano ovviamente aspetti che potrebbero esser migliorati. L’assenza della lingua italiana sarà ovviamente un ostacolo per molti, ed è un peccato vista la bontà del titolo.

La guida, per quanto ben fatta, non spiega tutte le minuzie del gioco, e dovrete quindi “sporcarvi le mani” per capire il funzionamento di tutte le meccaniche presenti. L’IA funziona generalmente molto bene ma, come abbiamo visto per la produzione delle risorse, alcuni suoi aspetti andrebbero limati e migliorati. Sono presenti anche alcune imprecisioni storiche anche se, almeno per ora, non abbiamo riscontrato nulla di “tragico”.

Lo strategico perfetto per chiudere l’anno!

Nonostante tutto ciò, come dicevamo, Knights of Honor II: Sovereign è un titolo tanto complesso quanto divertente, che ci ha tenuti appiccicati allo schermo per ore pianificando invasioni, tramando nell’ombra e stabilendo rotte commerciali. C’è moltissimo da scoprire, provare ed apprendere senza però aver la sensazione di doverlo “studiare” al microscopio.

Un titolo perfetto sia per tutti coloro che hanno sempre sognato di vedere l’elemento RTS introdotto in titoli come Crusader Kings o Hearts of Iron, senza però perdere l’elemento di gestione imperiale, sia per tutti coloro che, giocando a Total War, hanno sempre desiderato che avesse la profondità gestionale dei titoli appena visti. Un titolo “ponte” che spaventa meno di altri titoli simili, perfetto non solo per i veterani del genere ma anche per i neofiti e tutti coloro che hanno sempre avuto “paura” di lanciarsi in questo genere di titoli.

Knights of Honor II Sovereign

8.5

Knights of Honor II Sovereign

8.5/10

PRO

  • Decine e decine di fazioni
  • "Ponte" tra titoli grand strategy e RTS
  • Curva d'apprendimento non eccessivamente ripida

CONTRO

  • Manca l'italiano
  • Guida talvolta non esaustiva
  • Alcune decisioni dell'IA andrebbero limate
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