Songs of Conquest – Anteprima

Oggi vi parliamo di Songs of Conquest, lo spettacolare RPG a turni in pixel art di Lavapotion e Coffee Stain Publishing, che abbiamo avuto la fortuna di provare in Early Access.

Songs of Conquest: i gioielli che non ti aspetti

Chiaramente ispirato ai grandi classici degli strategici a turni degli anni 90 (Age of Wonders, Heroes of Might and Magic, giusto per citarne un paio) Songs of Conquest ci mette nei panni di potenti Wielders (Branditori), eroi capaci di manipolare le essenze magiche che permeano il mondo e che dovremo guidare durante le loro avventure.

Due le campagne accessibili nella versione Early Access: “Le gesta di Stoutheart” e “Dalle ceneri”. Nella prima comanderemo le forze della giovane Cecilia Stoutheart, nel titanico tentativo di riportare la pace all’interno della sua baronia. Nella seconda campagna, invece, guideremo il coraggioso ranocchio “Ras delle paludi” nella sua impervia missione per liberare la sua gente.

In entrambi i casi, l’avventura ci porterà attraverso le terre fantastiche che caratterizzano il mondo pixeloso di Songs of Conquest, combattendo perfidi nemici o altri Branditori e facendo la conoscenza di avventurieri e personaggi più o meno stravaganti.

La dura vita del Branditore

Il gameplay di Songs of Conquest si basa su quello dei pilastri del genere. Avremo uno o più eroi, i Branditori di cui sopra, con cui esplorare il mondo che ci circonda. Potremo così scoprire decine e decine di location da conquistare per ottenere preziose risorse, raccogliere potenti equipaggiamenti con cui potenziare il nostro personaggio e, ovviamente, dar battaglia alla miriade di mostri e nemici che popolano il mondo di gioco.

Ma nulla di tutto ciò sarebbe possibile senza una base d’appoggio. Ecco allora che in Songs of Conquest potremo prendere il controllo di vari abitati e farli crescere, per avere accesso a nuovi edifici con cui produrre risorse ed unità. Molto interessante la meccanica per cui ogni villaggio, ad ogni livello, avrà solo un tot di slot edificio, costringendoci a scegliere con cura cosa costruire.

Inoltre, tali slot, avranno delle dimensioni specifiche (piccolo, medio, grande) e quindi potranno ospitare solo un certo tipo di costruzione. Come è facile immaginare gli edifici sono dei più vari: si va da quelli per produrre risorse, a quelli per reclutare armate e a quelli dediti al commercio e alla ricerca.

Sebbene sia possibile reclutare nuove forze anche esplorando la mappa alleandosi con forze neutrali o accedendo ad edifici come le taverne, il centro di reclutamento principale saranno proprio le nostre città. Gli edifici presenti non solo determineranno il tipo di truppe che potremo reclutare ma anche il loro numero, il loro rango e la fazione d’appartenenza.

L’essenza del mondo

Le armate potranno proteggere i centri abitati o far parte delle forze al seguito dei Branditori. Gli eroi che comanderemo in Songs of Conquest sono esseri potenti che hanno il potere di controllare le essenze magiche (ordine, caos, ecc.) che permeano il mondo ed ogni creatura che vi vive.

Tradotto in termini di gameplay questo vuol dire che, a seconda delle armate che controlleremo, degli oggetti che avremo equipaggiato e via dicendo, durante le battaglie avremo accesso ad incantesimi di differente natura. Ad ogni turno delle battaglie, infatti, ci verranno attribuiti punti essenza con cui lanciare incantesimi sempre più potenti.

I combattimenti, a turni, seguono le regole classiche del genere. Potremo sfruttare i rilievi delle mappe per ottenere bonus in difesa e attacco o sfruttare le abilità delle singole unità per avere la meglio sul nemico. Ogni volta che i nostri Branditori saliranno di livello potremo scegliere se potenziare un’abilità già in nostro possesso, ottenerne una nuova o aumentare il numero di truppe sotto il nostro comando. Ogni 8 livelli potremo poi scegliere un potere unico per rendere il nostro ero ancor più efficace.

Rifatevi gli occhi… e le orecchie

Oltre al gameplay ottimamente realizzato e coinvolgente, quello che colpisce immediatamente di Songs of Conquest, è la cura estrema con cui ogni elemento è stato rappresentato graficamente. Lo stile pixel art di Songs of Conquest raggiunge livelli di maestria incredibili, dove anche il più piccolo degli elementi è ricco di dettagli che lo rendono unico ed indimenticabile.

Lo stesso dicasi per la varietà in termini di unità e delle loro animazioni. A rifinire il tutto ci pensa una colonna sonora tra le più belle mai sentite, lontanissime dai motivetti sterili e ripetitivi di altri titoli, e capace di sottolineare alla perfezione ogni attimo della nostra avventura.

Songs of Conquest è stata una scoperta tanto inaspettata quanto piacevole, un titolo capace di riportarci ai fasti dei suoi predecessori riuscendo, allo stesso tempo, ad avere un’identità propria senza apparire un mero clone. La ciliegina sulla torta? Il titolo è stato completamente tradotto in italiano!

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